In un colloquio di lavoro capitano spesso domande che spiazzano. Una tra tutte è la classica “mi parli di lei”. Perché il recruiter te lo sta chiedendo? Forse per fare due chiacchiere? Nel primo incontro conoscitivo non c’è nulla di casuale. Il suo scopo è triplice: rompere il ghiaccio, studiare la tua reazione con un quesito in apparenza innocuo ma complesso, conoscerti oltre i dati che possiede già. Dunque, come cavarsela al meglio evitando scene mute, risposte fuori luogo e altri insidiosi errori? Leggi fino in fondo e trasformerai questa piccola prova in un’opportunità.
Errori da evitare: cominciamo da qui
Per superare brillantemente un colloquio di lavoro, devi conoscere il sentiero da percorrere, ma anche le trappole da evitare. Infatti ricorda che, anche se il selezionatore è li per valutarti, e quindi non è tuo nemico, purtroppo è anche vero che “tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te”. Ecco perché, prima di svelarti qual è il modo giusto per rispondere alla domanda “mi parli di lei”, ti spieghiamo qual è il modo sbagliato.
Ripetere quanto scritto nel cv. Il selezionatore non vuole una replica o un riassunto di un curriculum che ha già letto. Gli interessa far emergere aspetti della tua personalità e del tuo background, che possono essere determinanti nella scelta della persona che sta cercando.
Partire per la tangente. La domanda “mi parli di lei” non è un invito a dire “…mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana…”, come Carlo Verdone nel film Borotalco. Tu quindi non divagare sulla tua vita personale, ma riferisci solo informazioni utili e connesse al lavoro che stai cercando di ottenere. Aggiungi pure qualche curiosità per rendere il racconto più interessante.
Rispondere troppo presto o troppo tardi. Se resti zitto o guardi per aria in cerca di ispirazioni, dimostri poca sicurezza e di non essere preparato su un argomento che dovresti conoscere bene, te stesso. Se invece dici la prima cosa che ti viene in mente, vuol dire che cedi sotto pressione e che per te conta più rispondere subito piuttosto che correttamente.
In sostanza, in tutti i casi elencati, perdi l’occasione di fare una buona prima impressione.
Mi parli di lei: molto volentieri
Leggendo la lista degli sbagli più comuni alla domanda “mi pari di lei”, forse ti sarai accorto di averne commesso almeno uno. Poco importa, se stai leggendo questa guida significa che non li ripeterai ancora, e soprattutto che stai lavorando sulla tua crescita personale. Quindi bando a rimorsi e rimpianti, vediamo in che modo superare questa sfida e uscire vincitore.
Prepara bene la risposta. Vuoi scongiurare in un colpo solo tutti gli errori? Scrivi una sorta di copione e imparalo alla perfezione. Nel farlo, segui un ordine cronologico, così ogni passo del tuo cammino non sembrerà dettato dal caso, ma frutto di un preciso progetto di vita e carriera. Ripassa bene “la parte”, per non apparire il più spontaneo possibile. Per finire, spiega le ragioni delle tue scelte, evidenzia i punti di forza, sii esaustivo, chiaro e sintetico.
Sorprendi il recruiter. Chi dice che sono soltanto “loro” a fare le domande? Se ti chiedono “mi parli di lei”, tu replica “certo, cosa vuole sapere esattamente?”. Con questo escamotage prendi tempo e avrai qualche indicazione in più per restringere il campo e rispondere in modo più mirato.
Segui un tuo schema. Crea una mappa mentale come si fa nelle prove d’esame. Comincia ad esempio con un riferimento sulle tue origini, poi passa alle esperienze professionali più vecchie o più recenti, ma sempre pertinenti alla job description. Il selezionatore sa già che studi hai fatto, però tu parla del perché hai scelto quel percorso formativo. Sottolinea quali sono gli aspetti del lavoro o del settore che ti piacciono, fai riferimento al contributo che ti piacerebbe dare e quali sono i tuoi obiettivi. Se esprimi sicurezza e coerenza, sarai tu a condurre il gioco.