Quanti tipi di Fillers esistono?

I Fillers si impiegano in medicina estetica per correggere o eliminare gli inestetismi. Si tratta di sostanze che si iniettano nei tessuti sottocutanei a scopo di riempire e rimpolpare: zigomi, labbra, naso, ma anche glutei e altri distretti anatomici. Oltre che attenuare rughe e cicatrici, spesso si usano pure per ispessire i volumi del viso svuotato a causa dell’invecchiamento della pelle e della perdita di densità ossea. Esistono diversi tipi di Fillers, vediamoli nel dettaglio.

Riassorbibili, semipermanenti e permanenti: facciamo chiarezza

Ci sono 3 tipi di Fillers: Riassorbibili, semi sintetici o semi permanenti, sintetici o non riassorbibili.

Riassorbibili. Sono detti anche “di superficie” e sono totalmente assimilati dai tessuti. A tale scopo si impiegano sostanze come: acido ialuronico, collagene bovino o collagne autologo. La resa visiva dura dai 4 ai 12 mesi. L’effetto però è molto soggettivo e dipende pure dallo stile di vita del paziente. Si usano di frequente per agire sul contorno occhi e bocca. Il tempo di recupero dopo l’applicazione è abbastanza rapido. Di norma sono ben tollerati e danno un risultato molto naturale. Tra gli effetti collaterali ci sono: rossore, edemi, ematomi ed ecchimosi localizzati.

quanti tipi di fillers esistono

Semi permanenti. Sono tipi di Filler che si iniettano sotto cute o nel derma profondo. Impiegati per volumizzare labbra, mento e zigomi, durano anche più di 3 anni. Sfruttano prodotti come Acido ialuronico con idrogel acrilico, idrossiapatite di calcio o polimetracrilato in collagene. Danno più effetti collaterali e reazioni allergiche rispetto ai Filler biologici.

Permanenti. Sono Filler sintetici che il corpo non metabolizza e quindi restano nei tessuti in modo definitivo. Tuttavia si possono rimuovere con apposito intervento. Causano disagi più marcati perché sono in pratica una sorta di protesi. In alcuni casi possono danneggiare terminazioni nervose, provocare fibrosi, granulomi, perdita di mobilità o sensibilità nelle zone interessate.

Per finire una specifica in più la meritano i lipofiling, vale a dire quelli tramite utilizzo di grasso autogeno, dello stesso paziente. Questi infatti sono una via di mezzo tra Filler riassorbibili e permanenti. Infatti il grasso autologo viene metabolizzato solo in minima parte, mentre la restante porzione si sedimenta con risultato a lungo termine.

Tipi di Filler per zone anatomiche

Il vantaggio dei Fillers è dunque l’effetto meno artificiale rispetto alle procedure chirurgiche. Inoltre si tratta di soluzioni molto più sicure e con meno effetti collaterali. In ogni caso si consiglia sempre di rivolgersi a operatori specializzati. Di solito, prima dell’applicazione, si effettua un test di tollerabilità, iniettando piccole dosi delle sostanze nell’avambraccio. Se non si sviluppano reazioni avverse entro 24-72 ore, si procede. I Fillers sono controindicati in caso di accertata allergia, gravidanza, allattamento, disturbi di coagulazione, patologie di natura autoimmune. 

tipi di fillers per zone anatomiche

Naso. Alternativa alla rinoplastica per piccoli interventi correttivi. Il rinofiller migliora forma, simmetria, raddrizza deviazioni o corregge difetti come gobbe e depressioni dei tessuti. 

Labbra. Tra i tipi di filler più utilizzate. Definisce i contorni della bocca, con effetto immediato. 

Zigomi e mandibola. Correggono l’ovale del volto, sdrammatizzando i tratti o rendendoli più marcati. Si tratta dell’alternativa o anticamera della profiloplastica.